A caccia superata la decenza
INTORNO A NOI

A caccia superata la decenza

SIMONE NEGRI • Consigliere Regione Lombardia 

A volte in regione ho l’impressione di essere di fronte a una civiltà di cacciatori-raccoglitori per la rilevanza che si dà alla caccia e lo scarso valore attribuito all’agricoltura. Sta di fatto che la lobby dei cacciatori è tra i più potenti azionisti della destra lombarda e, come avvenuto oggi, è in grado di immobilizzare la giunta Fontana.

Che poi, nel caso odierno, il tema è più il rispetto delle sentenze e delle leggi. Buon ultima è la n. 1516 del 2 maggio 2025. Dispone l’applicazione del divieto di attività venatoria su 475 valichi montani, per un raggio di almeno 1.000 metri dagli stessi. È intervenuto il TAR perchè da 33 anni la nostra regione disattende una disposizione statale (art. 21, comma 3°, della legge 157/92), che impone di precludere la caccia sui valichi montani, soprattutto al fine di tutelare il passaggio degli uccelli migratori.

Non ci dovevamo pertanto esprimere sull’attività venatoria ma onorare una sentenza su una normativa disapplicata. Stiamo peraltro parlando di una nicchia: caccia a uccelli in montagna, sui valichi, mediante appostamenti fissi.
Quanti saranno mai da bloccare il parlamento della prima regione italiana?

La destra alla fine va in frantumi

Il tourbillon di emozioni con cui è partita la giornata sembrava portare al solito esito: nessuna disposizione e anarchia venatoria. Infatti la maggioranza per diverse ore è stata paralizzata dagli esponenti della potente lobby. Ha subito passivamente modifiche all’odg del consiglio, emendamenti, sospensioni, voto segreto fino al possibile rinvio del provvedimento. Non la giunta ma l’ufficio di presidenza del consiglio l’ha proposto. Semplicemente intendeva far adeguare la regione alle leggi che non ha mai onorato.

Ma un terrore ha cominciato a girare tra i banchi dei partiti di destra: il danno erariale. Sia mai che disattendere una sentenza così netta possa far emergere delle responsabilità pecuniarie a danno dei consiglieri? Si sgretolava via via anche la dottrina dell’autonomia delle caverne. E così la dea Diana ha visto disperdersi le sue falangi: alla votazione (segreta) per il rinvio la maggioranza di destra andava sotto con un clamoroso 36-32 (1 astenuto) mentre la faglia si allargava sul successivo voto (sempre segreto) del provvedimento: 45 a 19 (e il solito astenuto).

È una destra sempre più divisa, su un tema che fino a oggi l’aveva vista sempre granitica.

Il risultato di non aver voluto scrivere una legge di buon senso? Ora la Lombardia avrà la più grande superficie su cui non si può cacciare! Si aggiungono infatti nuovi 1.500 kmq su cui l’attività venatoria è preclusa!

E ora sono roccoli di Fontana!

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