Ennesima beffa per insegnanti precari
MARCO SECHI
Non è sufficiente che il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con la nota ministeriale 221869 del 20.12.2024, abbia obbligato il termine dei contratti a tempo determinato per gli insegnanti supplenti al 30 giugno. Qualche giorno fa, il Partito Democratico, grazie all’interrogazione in aula del Consigliere regionale Simone Negri, rende noto che gli insegnanti precari non più sotto contratto sarebbero tenuti a partecipare al programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori), qualora richiedano la NASpI (l’indennità di disoccupazione).
Questo programma viene attuato di norma per i disoccupati che non riescono a trovare un lavoro. Vengono presi in carico dal CPI di riferimento. Sono tenuti a frequentare dei corsi di formazione per ampliare le loro capacità e avere maggior successo nella ricerca di una nuova occupazione. Il programma è presentato dall’Assessora Tironi come “«una grande opportunità». Permetterà di «accompagnare i giovani in situazioni di fragilità verso competenze utili all’occupabilità e all’occupazione, riducendo il rischio di esclusione». Vengono usate «con efficacia le risorse del PNRR in scadenza».
La Lombardia è notoriamente una delle regioni italiane con il maggior numero di insegnanti precari. Si parla addirittura di 31 mila insegnanti, di cui solo 11 mila nella sola area metropolitana milanese. Non a caso abbiamo voluto richiamare la nota ministeriale di cui sopra. Questa obbliga il termine per i contratti a tempo determinato, stipulati attraverso nomina in attesa di avente diritto, al 30 giugno. La nota, d’altronde, dice che gli insegnanti assunti in sostituzione, in attesa che i vincitori del concorso possano occupare la loro cattedra assegnata, sono utili solo durante l’esecuzione delle lezioni.
Il progetto GOL e il termine dei contratti
Al Ministero, tuttavia, non importa tanto di come gli insegnanti comprino il pane durante i restanti mesi estivi. Li licenzia senza neanche un grazie ed è così che finiscono magicamente disoccupati. Sono usati e gettati quando non servono. Il loro lavoro non è altrettanto degno di riconoscimento rispetto a quello dei loro colleghi a tempo indeterminato o che hanno la fortuna di avere il contratto fino al 31 agosto. “La grande opportunità” di cui parlava l’Assessora Tironi si potrebbe trasformare in un incubo fatale, per la combinazione di due elementi. Si tratta del progetto GOL esteso agli insegnanti e il termine dei contratti al 30 giugno.
Gli insegnanti percettori di NASpI, già trasformati in disoccupati dal Ministero, come in una sorta di incantesimo di stregoneria che ricorda l’episodio di Cenerentola visto al negativo, dovrebbero recarsi ai Centri per l’Impiego lombardi per partecipare ai corsi di formazione. I corsi non potrebbero risolvere neanche lontanamente il problema del precariato degli insegnanti. L’instabilità della loro posizione non deriva certo dalla scarsità della loro formazione. Gli insegnanti sono già sottoposti durante le attività scolastiche a una costante attività di formazione e corsi di aggiornamento.
I più giovani, neolaureati, spesso devono affrontare annualmente delle prove concorsuali. Devono studiare ogni volta gli stessi argomenti di Pedagogia e Psicologia dell’Educazione. Le cause del precariato, invece, sono di ben altra natura. Non basterebbero fiumi di inchiostro per raccontarle tutte in un articolo. Sono radicate nel sistema di reclutamento dei docenti. Nessuna istituzione si è mai preoccupata di affrontarle nei dovuti modi, se non con misure temporanee. Hanno creato più problemi di quelli già esistenti. L’Unione Europea, d’altra parte, ha già deferito l’Italia con varie procedure di infrazione per l’inerzia dello Stato in questa situazione.
Personale docente precario ulteriormente vessato
Tralasciamo perciò questo argomento, di cui si potrebbe parlare in un altro articolo che affronti la questione. Soffermiamoci sull’effetto che potrebbe avere questa combinazione fatale, di cui parlavamo poc’anzi. Il primo problema è di natura logistica. I CPI di riferimento sono collocati infatti in Lombardia. Ammesso che queste operazioni si debbano fare in presenza, gli insegnanti, trasformati in disoccupati, sarebbero costretti a stare nei paraggi del Centro per l’Impiego. Per la fruizione dei corsi non ci sarebbe nessun problema, dato che è prevista la Formazione a Distanza (FaD); tuttavia, non è chiaro se l’adesione al progetto preveda il recarsi fisicamente nella sede del CPI.
Gli insegnanti, colpiti dal maleficio della disoccupazione indotta dal Ministero, sarebbero costretti a soggiornare nell’area di Milano o, quando va bene, della Lombardia. Sappiamo tutti quanto sia proibitivo il costo della vita nell’area metropolitana di Milano anche per un lavoratore medio, figuriamoci per un percettore di NASpI che non ha altre risorse! Quindi la prima questione è: si vuole ulteriormente vessare il personale docente precario, o si può trovare una soluzione?
Strumentalizzazione di insegnanti e studenti
La seconda questione riguarda l’ingrato operato dei legislatori nei confronti degli insegnanti. Continuano a perseverare con un’assoluta indifferenza e mancanza di rispetto nei confronti della figura del docente, ancor più se precario. Ancora una volta non si è persa occasione per sfruttare il corpo docente, già ampiamente vessato da condizioni lavorative precarie, ambienti di lavoro fatiscenti che solo l’Italia Risorgimentale ha conosciuto, in preda alla totale assenza di potere contrattuale nelle decisioni che lo riguardano.
Colpisce la leggerezza dell’operazione. Si cerca di strumentalizzare insegnanti e studenti per riuscire a recuperare dei fondi PNRR e farla passare come “grande opportunità”. Tale superficialità, oltre che nascondere la totale inettitudine di un governo regionale, in ritardo nel conseguimento degli obiettivi per il PNRR, e in principio del governo nazionale, insulta una volta di più il già bistrattato corpo dei docenti e degli insegnanti. “Quousque tandem abutere patientia nostra”, Regione Lombardia? Speriamo solo di non fare la stessa fine di Cicerone, visti i tempi.