Un Paese profondamente in difficoltà
CITTÀ E CITTADINI

Un Paese profondamente in difficoltà

Silvia Roggiani • Segretaria Regionale Lombardia e deputata del Partito Democratico

Il Terzo Report Statistico Nazionale 2025 di Caritas Italia fotografa un Paese profondamente in difficoltà. È ben distante dalla narrazione trionfalistica che il governo continua a proporre. Secondo il report, sono oltre 5,6 milioni le persone che vivono in povertà assoluta in Italia. Quasi un italiano su dieci, per un totale di 2,2 milioni di famiglie non dispongono delle risorse necessarie per condurre una vita dignitosa. È il 9,7% della popolazione.

Si tratta di nuclei familiari costretti a rinunciare a beni e servizi essenziali. Ma ciò che rende questi dati ancora più inquietanti è che il 30% di chi si rivolge alla Caritas ha un lavoro. Un lavoro che non basta più per vivere. Non si tratta, dunque, di marginalità estrema, ma di una nuova e crescente fascia di povertà integrata, fatta di lavoratori poveri, precari, famiglie monoreddito. Non riescono a stare al passo con l’aumento del costo della vita.

È questa la fotografia dell’Italia reale. Persone che pur lavorando vivono nell’insicurezza, costrette ogni mese a scegliere se pagare l’affitto o una visita medica, tra una bolletta e un pasto completo per i figli. Una realtà fatta di rinunce quotidiane e sacrifici invisibili. 
Dal 2014 le persone accompagnate dalla rete Caritas sono aumentate del +62%, con un vero e proprio boom al Nord, dove il costo della vita continua a salire. I servizi pubblici non riescono a rispondere alla domanda. 

L’accesso negato alle cure sanitarie

Le principali richieste di aiuto riguardano l’accesso alle cure sanitarie.

Un quadro confermato anche dagli ultimi dati della Fondazione GIMBE. Nel 2024 oltre 4 milioni di italiani hanno rinunciato a prestazioni sanitarie a causa delle liste d’attesa. È il 7% della popolazione. Ancora più grave il dato su chi non si è curato per motivi economici. 3,1 milioni di persone, pari al 5,3% della popolazione, non sono riuscite ad accedere a visite, esami o terapie per mancanza di risorse economiche.

Un dato in aumento del 51% rispetto al 2023. Rappresenta un vero campanello d’allarme sociale. In Italia, oggi, la salute non è più un diritto garantito, ma rischia di diventare un privilegio.
Questo significa che la povertà non si misura solo con il reddito, ma anche con l’accesso ai diritti fondamentali. E quando l’accesso alla salute viene compromesso, il rischio è quello di un’esclusione ancora più profonda e irreversibile.

Il PD propone un nuovo sistema universale di protezione

E mentre l’Italia reale affonda, il governo Meloni non solo ignora questa parte del Paese, ma ha scelto scientemente di colpirla. Ha smantellato ogni forma di aiuto, a partire dal Reddito di cittadinanza. L’ha sostituito con strumenti parziali, disomogenei e scarsamente accessibili.

Solo il 15% degli ex percettori oggi riceve un sostegno attraverso i nuovi strumenti introdotti dal governo. Tutti gli altri sono stati lasciati soli, privi di ogni tutela, in un contesto economico sempre più ostile.

A fronte di tutto questo, la risposta del governo continua a essere la stessa: propaganda, minimizzazione, esclusione di responsabilità, con lo sguardo rivolto ai numeri della crescita, ma le spalle voltate verso le persone in difficoltà.

Il Partito Democratico ha denunciato fin dall’inizio questa scelta miope e ideologica. Ha impoverito ulteriormente chi era già fragile, senza offrire soluzioni alternative credibili. Ma non ci siamo limitati alla denuncia.

In Parlamento abbiamo presentato una proposta concreta per costruire un nuovo sistema universale di protezione contro la povertà, basato su tre pilastri fondamentali:

  • un Reddito di inclusione, rivolto a chi si trova in una condizione di povertà assoluta, collegato a percorsi di formazione e reinserimento lavorativo;
  • un sostegno economico mirato per le famiglie con minori, le persone con disabilità e gli anziani in difficoltà;
  • l’introduzione del salario minimo legale, per garantire una retribuzione dignitosa a milioni di lavoratrici e lavoratori, soprattutto nei settori più precari e vulnerabili.

Per il Partito Democratico, contrastare la povertà non è un costo ma un investimento nel futuro del Paese. È un dovere costituzionale, una responsabilità morale e una scelta di civiltà. Siamo e resteremo al fianco di chi chiede giustizia sociale, dignità, diritti.
Perché nessuno deve essere lasciato indietro. Mai.

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