In carcere fondamentali i volontari
ALESSANDRO GIUNGI • CONSIGLIERE COMUNALE e VICE PRESIDENTE SOTTOCOMMISSIONE CARCERI
Il mio lavoro di Avvocato penalista e la mia attività politica, dal 2013, di Consigliere comunale a Milano, con il ruolo inizialmente di Presidente e attualmente di Vicepresidente della Sottocommissione Carceri, mi portano, da anni, a una frequentazione e interlocuzione molto intense con il sistema penitenziario milanese. Tante volte mi sono chiesto come fosse possibile sopportare, per una persona detenuta, l’estremo affollamento, la promiscuità e la mancanza di risorse. Queste condizioni sono endemiche anche a tutti gli istituti di pena italiani. Non riguardano solo le carceri milanesi
A tale domanda ho trovato diverse risposte. Gli Agenti di Polizia Penitenziaria, in moltissime occasioni, svolgono con abnegazione, oltre al loro lavoro di custodia, anche quello di assistenza psicologica e morale per chi è detenuto. Non manca l’impegno dei dirigenti e dei quadri amministrativi, l’accompagnamento allo studio e al lavoro di educatori e insegnanti.
Ma a tutto ciò deve aggiungersi la componente fondamentale dei volontari e delle volontarie. Svolgono un ruolo preziosissimo e insostituibile negli istituti di pena.
La tutela legale civilistica
Nella mia vita professionale e politica ho avuto modo di incontrare personalmente decine di persone che dedicano altruisticamente ore della propria giornata al benessere delle persone detenute. I campi in cui tale volontariato carcerario si sviluppa sono i più disparati. Si organizzano laboratori di arte, oltre che di lettura e scrittura. Per chi vive la condizione di detenuto, è possibile “evadere”, per qualche ora, sulle ali di una penna o di un pennello. È prevista l’assistenza legale gratuita, garantita presso appositi sportelli giuridici in carcere, gestiti dall’Ordine degli Avvocati di Milano.
E attenzione che non si tratta di una assistenza penalistica ma bensì civilistica. Chi è detenuto, si trova a volte a dover affrontare, per esempio, cause di separazione, di affidamento dei figli, di interessi debitori e moratori, di perdita dell’alloggio popolare. Solo una assistenza legale professionale può efficacemente tutelare. Fondamentali sono anche le scuole di italiano negli istituti di pena. Docenti volontari insegnano l’italiano a persone per cui la mancanza di conoscenza della nostra lingua è un gravissimo limite, per esempio, per trovare un lavoro e, in generale, per inserirsi nella comunità sociale.
I diritti dei detenuti e l’accesso ai servizi
Una delle associazioni di volontariato storicamente da più tempo operativa nelle carceri italiane è quella del NAGA. Il loro servizio si propone di affrontare, per le persone detenute, l’assenza d’informazione dei propri diritti, la difficoltà nell’accesso ai servizi, le barriere linguistiche e culturali. Circa 20 tra volontarie volontari sono attivi nelle carceri di San Vittore, Milano Bollate e Milano Opera. Svolgono attività di segretariato sociale.
Vi è, poi, anche un enorme bisogno di beni materiali per le persone detenute che si trovano in gravi difficoltà economiche. E questa è la condizione predominante tra le oltre 62.000 persone, che, ad oggi, si trovano recluse in Italia. Vestiti, biancheria e prodotti per l’igiene personale sono le cose che più scarseggiano per chi non ha i soldi per poterli acquistare al cd sopravvitto. È la possibilità di comperare beni materiali ulteriori rispetto a quelli forniti dall’amministrazione penitenziaria.
La lotta allo spreco e l’impatto ambientale
In questi anni, è stata per me una priorità dare il mio personale sostegno al progetto carceri, ideato da AIUTILITY. È supportato da REGUSTO, prima piattaforma ESG blockchain per la lotta allo spreco.
Tale iniziativa ha permesso il recupero e la distribuzione di prodotti e arredi a rischio spreco. Sono stati donati da aziende a quattro strutture carcerarie del territorio. Questo rappresenta una risorsa per gli istituti di pena milanesi in termini di miglioramento della qualità dell’ambiente carcerario e della quotidianità delle persone detenute. Il recupero dei prodotti ha comportato anche un impatto a livello ambientale ed economico per il territorio. C’è stata una riduzione delle emissioni di CO2 evitate e costi di stoccaggio e smaltimento risparmiati per le imprese. Le strutture beneficiarie delle donazioni sono state: la Casa Circondariale di San Vittore, le Case di Reclusione di Milano Bollate e Milano Opera e l’Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria.
Le numerose dipendenze all’interno del carcere
Un altro dei temi enormi che si trova ad affrontare chi si occupa del sistema penitenziario è quello della presenza di una popolazione carceraria che ha gravi problemi di dipendenza. Si tratta di sostanze stupefacenti, alcool, gioco d’azzardo. Questa situazione raggiunge dati catastrofici in particolare a San Vittore. In questo caso però è presente, dal 2002, un reparto di eccellenza, chiamato LA NAVE.
Tale reparto, pensato e specifico per chi ha una dipendenza, ospita una media di circa 60 persone. Viene loro proposto di seguire un programma trattamentale ed educativo composto da numerose attività culturali, quali la redazione del mensile L’Oblò e un coro che ha avuto la possibilità di esibirsi in molteplici occasioni anche all’esterno del Carcere.
Vi sono anche corsi di educazione alla legalità e attività sportive, con una equipe multidisciplinare. Sono professionisti che seguono le persone detenute e sono affiancati da numerosi volontari. In particolare, questi ultimi, dal 2018, si sono riuniti in una Associazione chiamata GLI AMICI DELLA NAVE. L’obiettivo è rafforzare le attività già portate avanti con le persone detenute all’interno del carcere. Sensibilizza i cittadini rispetto ai temi del recupero e reinserimento, promuove attività con ex detenuti.
I carcerati e le loro famiglie
Parlando di volontariato nelle carceri milanesi, è impossibile non citare la fondamentale attività della SESTA OPERA. È una Associazione di Volontariato Penitenziario che opera da molti anni negli istituti carcerari di Milano e provincia. La sua mission è quella di prestare assistenza morale e materiale ai carcerati e alle loro famiglie. Promuove la dignità e si attiva per la rimozione delle cause di emarginazione facilitando il reinserimento nella società.